Misure di contenimento della batteriosi dell' actinidia

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Data:

martedì, 08 marzo 2011

Pellegrino - Sacchetto

Descrizione

MANTA – Estirpo immediato delle piante ammalate più giovani, capitozzatura per quelle in campo da più di tre anni e divieto di impiantare actinidia fino all’aprile 2013. Queste le decisioni assunte lunedì scorso dalla Giunta Regionale per contrastare la diffusione del batterio “Pseudomonas syringae”, la cosiddetta “batteriosi dei kiwi”, facendo seguito al decreto del presidente Cota della settimana precedente.

«Il batterio sta continuando a colpire – ha detto l’assessore regionale Claudio Sacchetto in un’affollata conferenza stampa svoltasi al Creso nel pomeriggio di lunedì – è infido perché si sposta con l’aria. Zone indenni ne rimangono poche, ma affinché il Piemonte rimanga una Regione non a rischio è necessario intervenire rapidamente, in modo coordinato e senza tentennamenti, anche a costo di scelte impopolari». In assenza di cure, l’unico rimedio è quindi estirpare le piante malate per evitare l’inoculo e se non saranno sufficienti i tecnici del Servizio Fitosanitario Regionale, che da questa settimana sono costantemente sul territorio per monitorare la situazione in collaborazione con i tecnici delle organizzazioni agricole, l’estirpo sarà intimato ai proprietari anche con l’ausilio dei vigili urbani.

«Non c’è alternativa all’intervento in maniera energica e decisa – ha sentenziato Sacchetto, con il supporto dei ricercatori del Creso e delle associazioni di frutticoltori - per evitare le conseguenze che si stanno subendo in Lazio, dove lo scorso anno è stato sottovalutato il problema ed ora il 40% della produzione è colpita». In Piemonte i sintomi si sono manifestati su 200 ettari di actinidieti sui 5600 attualmente in produzione. «Si corrono seri rischi per l‘intero comprensorio frutticolo – ha aggiunto il direttore del Creso, Silvio Pellegrino – dove la filiera dell’actinidia vale 120 milioni di euro».

La Giunta Regionale, lunedì scorso, ha anche definito gli indennizzi per i frutticoltori: 10 euro a pianta per l’estirpo, fino a 10 mila euro ad ettaro, la metà per la capitozzatura, 3 mila euro ad ettaro per chi ha già predisposto gli impianti, ma non potrà procedere al piantamento. «Abbiamo stanziato un milione di euro, non basteranno certamente – ha detto l’assessore Claudio Sacchetto – l’emergenza in atto ci obbliga a dirottare fondi previsti per altre iniziative in ambito agricolo». La domanda potrà essere presentata presso i Centri di Assistenza Agricola, per un minimo di 25 piante da estirpare o 50 da capitozzare.

Presenti numerosi amministratori del territorio, cui andrà il compito di derogare per l’incenerimento sul posto del materiale capitozzato ed estirpato, ma anche quello di monitorare la situazione, in modo particolare sugli hobbysti. «È importante che tutti prendano coscienza del problema – dicono i tecnici – se i frutticoltori professionali estirpano e chi ha tre piante in giardino o coloro che non sono coinvolti dai servizi tecnici non lo fanno, si rischia di compromettere l’intera azione». Ecco allora l’esigenza di un monitoraggio completo del territorio ed il possibile estirpo coatto. E mentre il passaggio successivo potrebbe essere l’azione legale della Regione nei confronti del vivaista emiliano che sarebbe responsabile della diffusione del batterio, l’assessore Sacchetto cerca anche di vedere il bicchiere mezzo pieno «Se il Piemonte riuscirà a contrastare la batteriosi, in futuro potrà anche togliersi importanti soddisfazioni commerciali, sovrastando altre vocate zone, in Italia e all’estero, che sono partite in ritardo».

oscar fiore

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