cava

Descrizione

LAGNASCO – La cava di ghiaia nei pressi della Tenuta Grangia non si farà.

La notizia sarà ufficialmente comunicata nel corso del consiglio comunale di venerdì 29 aprile, ma non potrebbe essere diversa dopo l’iniziativa della “Sovrintendenza per i beni paesaggistici ed architettonici del Piemonte” che ha avviato il procedimento di Tutela indiretta per tutta l’area circostante la Cascina Grangia.

Il procedimento non arriva casualmente: la Conferenza dei Servizi, istituita circa un anno fa a seguito della richiesta di “sfruttamento di giacimento” per l’asportazione di materiale inerte da parte della ICAS di Savigliano, pur dopo numerose integrazioni e richieste, aveva sostanzialmente dato il proprio parere tecnico positivo. Poiché il Piano Paesaggistico Regionale, adottato nel 2009 ma effettivamente non ancora operativo, prevede una particolare tutela dei beni dell’ex Ordine Mauriziano, disponendo, tra il resto, la permanenza ad uso agricolo dei terreni, la decisione è stata inviata alla competente direzione regionale per il parere di carattere urbanistico. La Regione, proprio il mese scorso, ha istituito una nuova Commissione con la funzione di condurre le pratiche di riconoscimento delle aree di tutela, con relative prescrizioni o vincoli di salvaguardia, in riferimento alle norme contenute nel Piano Paesaggistico. La Tenuta Grangia, così come descritto nella relazione della responsabile del procedimento, l’architetto Silvia Gazzola, e sottoscritto dalla Sovrintendente, Luisa Papotti, merita il riconoscimento ed è per questo che, in attesa dell’adozione del Piano, la Sovrintendenza ha avviato il procedimento di vincolo indiretto per tutta l’area circostante il Podere Grangia già sottoposto a tutela diretta nel 2005.

Decisamente restrittive le prescrizioni tecniche da adottare, non solo nelle 20 giornate di terreno tra l’ex statale, il Podere risalente al XII secolo e via Praetta su cui avrebbe dovuto sorgere la cava, ma su una superficie decisamente più ampia. Terreni ricadenti nei comuni di Lagnasco e Scarnafigi attualmente a prato e frutteto, a partire dalla Saluzzo – Savigliano e per tutta un’ampia area che ha la Grangia come baricentro. Dovrà essere garantita la conservazione dell’assetto agrario, mantenuta la morfologia del terreno e l’aspetto esteriore dei fabbricati, evitata la realizzazione di nuovi tratti di strada; divieto esplicito ad impianti di produzione di energia ed attività estrattiva.

«Di fronte a questo, è ovvio che il Comune non può che prender atto che la cava non si farà – commenta il sindaco, Ernesto Testa – sulla questione aveva deliberato il Consiglio, pertanto sarà discusso venerdì dall’assemblea. I vincoli valgono per un’area abbastanza estesa ed ora sarà più complesso anche realizzare la rotonda su via Praetta».

Soddisfatta la minoranza, che aveva presentato un’interrogazione sulla cava già nel dicembre 2009: «Poteva essere un introito per le casse comunali, ma non in quel sito».

Moderata soddisfazione anche dal comitato che l’estate scorsa presentò una petizione firmata da residenti ed aziende della zona contrari alla realizzazione della cava: «Non si tratta di una vittoria, la Regione ha semplicemente confermato che se ci sono dei vincoli, vanno rispettati da tutti». oscar fiore  

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri