L'incertezza normativa del fotovoltaico mette a rischio 400 posti di lavoro nel cuneese

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Data:

lunedì, 02 maggio 2011

fotovoltaico

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Lo sviluppo esponenziale degli ultimi anni del fotovoltaico si blocca a causa dell’incertezza normativa ed il settore, che nel recente passato ha fatto da traino ad un’economia in difficoltà, entra inevitabilmente in crisi. «Il nuovo Conto Energia mette a rischio 400 posti di lavoro nel cuneese, un terzo degli occupati diretti nelle 200 imprese artigiane del settore»: a lanciare l’allarme è il presidente di Confartigianato Cuneo, Domenico Massimino.

La bozza di decreto interministeriale presentato lo scorso 19 aprile dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, conferma le anticipazioni che già dallo scorso 4 marzo avevano bloccato il settore: riduzioni progressive degli incentivi all’installazione di energie da fonti rinnovabili, cui vanno aggiunte le incertezze dovute ad una burocrazia più complessa, con il conseguente rischio di non avere tempi certi sull’entrata in esercizio e di conseguenza sul valore dell’incentivo, che per il 2011 varia addirittura su base mensile. «Il provvedimento - sottolinea Massimino – non offre certezze sulle prospettive di 85 mila imprese e di 150 mila posti di lavoro a livello nazionale».

Il primo effetto del decreto, a livello locale, arriva dall’annuncio del titolare della T&G Sistemi di Lagnasco, un colosso del settore con i suoi 90 dipendenti cresciuti negli ultimi anni proprio per il boom del fotovoltaico «A fine settimana lascerò a casa 15 lavoratori interinali, che si aggiungono ai 20 che hanno già subito la stessa sorte» dice Ernesto Testa, che in un recente incontro degli operatori del settore aderenti al movimento “SOS rinnovabili” svoltosi a Torino, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione per 35 dipendenti da maggio. «Purtroppo non ci sono alternative, l’incertezza normativa sta frenando gli investimenti nel settore. Va bene bloccare la speculazione e limitare gli impianti a terra, ma non si può un giorno puntare sul nucleare ed il giorno dopo fare marcia indietro a parole, ma nei fatti tagliando gli incentivi alle rinnovabili; l’incertezza sta portando alla paralisi del settore».

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato, tra novembre e dicembre 2011 ci sarà una diminuzione del 15-20% degli incentivi per gli impianti di potenza inferiore ai 200 kWh, che arriverà a -30% a fine 2012. Il quarto Conto Energia disciplina il sistema di incentivazione degli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio tra il giugno 2011 ed il dicembre 2016. L'obiettivo nazionale di potenza installata è indicato in circa 23 mila MW corrispondente a 6/7 miliardi di euro all’anno di spesa per lo Stato. Il nuovo regime di sostegno si basa su obiettivi temporali progressivi di potenza installata e su previsioni annuali di spesa. Il superamento di tali previsioni non pregiudica l’accesso agli incentivi, ma ne determina un’ulteriore riduzione per il periodo successivo; giovedì 28 aprile sulla bozza si esprimerà la conferenza Stato-Regioni. Il dato eloquente è che un chilowatt prodotto da un impianto entrato in servizio nel 2010 è incentivato con 44,2 centesimi, incentivo che a giugno 2011 sarà già sceso a 35,6 cent, con cali mensili che lo porteranno a 26,8 cent a dicembre, cui seguiranno variazioni semestrali che l’annulleranno entro il 2017.

Un settore in crescita negli ultimi anni proprio grazie agli incentivi, che va da sé non potessero durare per sempre: «Le risorse per gli incentivi alle energie rinnovabili hanno fatto nascere aziende e occupati – sostiene Luca Crosetto, componente cuneese della Giunta nazionale e del Comitato di Presidenza di Confartigianato – a differenza di altre forme di finanziamento in campo energetico, come i 3,3 miliardi annui di agevolazioni in sconti d’imposta su energia e carburanti riservati ad alcuni settori. In pratica, veri e propri sussidi che creano rendite di posizione, senza generare ne’ sviluppo, ne’ occupazione». oscar fiore

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