I "D'Acord" e il Castello: dibattito in Consiglio Comunale

Dettagli del documento

Data:

venerdì, 06 maggio 2011

Castello

Descrizione

LAGNASCO – Perché i d’Acord non si occupano più delle visite al Castello?

Questa una delle tre interrogazioni presentate dalla minoranza al Sindaco nell’ultimo consiglio comunale. Una domanda che, dopo quasi un’ora di accesso dibattito che a tratti a valicato i confini istituzionali, non ha avuto una risposta netta e precisa.

Il primo cittadino Ernesto Testa ha immediatamente girato la domanda alla presidente dei d’Acord, Nadia Audisio, che siede però anche tra i banchi di minoranza. Troppo semplice e riduttivo limitare però la diatriba ad un fatto politico «Le motivazioni le ho già dette alla Giunta e riassunte nella lettera di rinuncia e non intendo ripetermi, noi siamo stati molto chiari nelle nostre intenzioni, l’amministrazione un po’ meno». Da un lato i d’Acord chiedevano una convenzione pluriennale che definisse i dettagli del rapporto di collaborazione, dall’altro il Comune aveva già preparato una delibera di Giunta con cui affidava le visite guidate all’associazione per il 2011, sulla falsariga del 2010. «C’era l’impegno a proseguire con i d’Acord nello spirito positivo e collaborativo dell’ultimo anno – ha detto il sindaco, Ernesto Testa – per fare una convenzione di gestione serve per Legge un bando cui possono partecipare anche enti più strutturati». L’excursus del primo cittadino sul rapporto consolidato negli anni, è giunto proprio a questa conclusione: l’invito ribadito più volte ai d’Acord a crescere e strutturarsi per una gestione complessiva dei Castelli, che non può vivere di sole visite. «Organizzare la gestione di un castello non è cosa semplice, per questo ho invitato i d’Acord ad andare avanti un altro anno così, dandole il tempo di strutturarsi meglio, anche per la gestione degli spazi» ha detto Testa. Per assurdo, sembra proprio ciò che chiedevano i d’Acord nella loro lettera di rinuncia, in cui ribadivano “la necessità di un regista unico che coordini i vari soggetti utilizzatori del castello, evitando sovrapposizioni ed interferenze”. «Noi siamo un’associazione culturale e non possiamo fare un’attività economica» ha però ribadito Nadia Audisio. Un botta e risposta, proseguito anche con dettagli meno istituzionali e seguito da alcuni lagnaschesi, che ha dimostrato come la spaccatura sia insanabile. Dalla minoranza, Mana e Rivoira hanno accennato ad un timido tentativo di conciliazione, ma la stessa presidente dei d’Acord (e collega di minoranza) ha tagliato cort «Non se ne parla, per statuto ci occupiamo di promozione e valorizzazione culturale, non facciamo catering!» Ma siccome il Castello non può vivere di sole visite («anche perché in questi due anni gli introiti delle visite sono andati ai d’Acord ed i costi delle utenze sono state a carico del Comune» ha sottolineato il Sindaco, «sono i 16 mila euro che l’associazione ha di fondo cassa e che serviranno per il riconoscimento regionale» ha ribadito Nadia Audisio), inevitabile che serva una gestione complessiva; «con mio grande dispiacere i d’Acord non se la sono sentita» ha detto Testa, «siamo stati portati a rinunciare» ha ribadito Audisio.

Non ci sarebbe insomma un motivo scatenante, ma una serie di incomprensioni, prese di posizione, puntigli, che hanno logorato il rapporto. Intanto il Comune, dopo aver gestito l’enorme afflusso di pubblico per le giornate di primavera del FAI di fine marzo («ci siamo trovati in braghe di tela» ha detto il Sindaco) incaricando le guide professionali dell’associazione Leit di Saluzzo (con una spesa di 960 euro) sta garantendo l’apertura domenicale del maniero grazie all’impiego di un gruppo di persone vicine alla Flyeventi di Cherasco. L’intenzione sembrerebbe quella di creare un’associazione ad hoc per la gestione complessiva del bene storico lagnaschese: «Al momento non c’è alcun incarico, vanno chiariti tutti gli aspetti legali e fiscali; mi auguro che i componenti dei d’Acord vogliano farne parte» ha ribadito Ernesto Testa. Ma a quel punto non era più semplice modificare lo statuto dei d’Acord? Non a caso, in Consiglio, è risuonata anche l’altisonante parola “epurazione”. L’associazione cui va il merito di aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica il degrado del castello all’inizio degli anni ’90, di aver lavorato alla sua valorizzazione ed all’accompagnamento dei turisti negli ultimi 16 anni (con rapporti mai idilliaci con le amministrazioni che si sono succedute), ora che il Castello è tornato agli antichi splendori ed è di proprietà comunale si ritrova di fatto alla porta, tradendo la propria denominazione.

Difficile, se non improbabile, che a conciliare Comune e d’Acord arrivi un “Conte verde” come accadde nel 1403, quando Amedeo VI di Savoia mise fine alle ostilità tra i Tapparelli ed i Falletti per le proprietà lagnaschesi, suggellando l’accordo proprio con il motto “d’Acord”. oscar fiore

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri