Legambiente non la racconta giusta: la Risposta del Sindaco E.Testa alle classifiche di "Ecosistema rischio 2011"

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Data:

lunedì, 09 gennaio 2012

lavori di pulizia canale La Marchisa

Descrizione

LAGNASCO – Fanalino di coda, a livello nazionale, per le attività di prevenzione del rischio idrogeologico secondo Legambiente, Lagnasco è infatti all’ultimo posto tra i 1500 Comuni italiani (dei 6633 classificati a rischio) che avrebbero partecipato all’indagine “Ecosistema rischio 2011” promossa dall'associazione ambientalistica in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, e presentata a Roma lo scorso 21 dicembre.

Il Sindaco Ernesto Testa però non ci sta: «Le conclusioni fatte da Legambiente non corrispondono al vero, soprattutto perché in Comune non è mai arrivato nessun questionari l'ultimo risale al 2007. Lagnasco andava eventualmente inserito tra gli oltre 5 mila comuni che non hanno risposto, e non tra quelli che non hanno fatto nulla».

L’indagine, reperibile sul sito internet dell'associazione, si basa sulle risposte fornite dai singoli comuni e valuta diversi aspetti: lo stato di urbanizzazione delle zone esposte al pericolo di frane e alluvioni, la delocalizzazione per le strutture in pericolo, gli interventi di manutenzione del territorio e d’informazione ai cittadini in caso d’emergenza attraverso l’istituzione di piani e di formazione del personale tramite l’organizzazione di un sistema comunale di protezione civile.

Al primo posto un altro Comune cuneese, Peveragno con un punteggio di 8,5, all’ultimo Lagnasco con un deprimente 0. «Servirebbe un po’ di serietà – tuona il sindaco in un comunicato stampa - Lagnasco è un comune di pianura e non ha nulla a che vedere con il dissesto idrogeologico che può colpire i comuni di montagna e di collina: si dovrebbe fare un distinguo. In paese abbiamo un unico canale dismesso dal 1957 che è diventato collettore per acque di scarico e piovane, che nel luglio del 2009, a seguito di una tromba d'acqua, ha procurato qualche problema. In seguito si è provveduto ad una pulizia accurata che viene fatta ogni due anni, l'ultima risale al giugno del 2010». Il riferimento è al Canale della Marchisa, la cui accurata pulizia è stata effettivamente effettuata dal locale gruppo di Protezione Civile, con la collaborazione di altri quattro gruppi comunali e sotto l’egida del Coordinamento Provinciale.

«In occasione dell’allarme alluvione del 5 e 6 novembre scorsi – aggiunge ancora il primo cittadino – siamo intervenuti ad avvisare gli abitanti delle case che, potenzialmente, potevano essere a rischio e abbiamo consegnato dei sacchi di sabbia per il riparo delle abitazioni, così come per gli edifici pubblici ritenuti a rischio. In merito all’urbanizzazione e delocalizzazione, le aree urbane esistenti e specialmente i nuovi insediamenti, sono stati progettati nel rispetto delle fasce fluviali del torrente Varaita».

Dopo la risposta ad ogni punto, inoltrata anche agli autori dell’indagine di Legambiente, il sindaco Ernesto Testa, che è anche il responsabile della Protezione Civile, passa quindi all’attacco "Ritengo sia molto più efficace fare degli interventi a monte per eliminare eventuali cause di esondazioni o alluvioni, che tanti proclami di allarme. Un'azione utile da intraprendere tutti insieme con Legambiente è la pulizia degli alvei fluviali, da eseguire con tutti i controlli necessari, ma indispensabile per eliminare i rischi. Come del resto si faceva un tempo quando, con molti meno mezzi, ma con molto più buon senso, si provvedeva alla pulizia dei fiumi». oscar fiore

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