LAGNASCO – La rete di ospitalità dei migranti africani in cerca di lavoro, non poteva non coinvolgere quella che si definisce la capitale della frutticoltura.
L’evoluzione repentina della situazione, con la decisione di sgomberare venerdì scorso la stazione ferroviaria di Saluzzo, ha portato la macchina dell’accoglienza ad incrementare i posti disponibili con modalità diverse rispetto a quelle inizialmente previste. Una riunione d’emergenza ed informale del consiglio comunale ha portato a scelte condivise: 20 posti letto, ricavati in tre tende (anziché 8 posti in due container) appositamente acquistate dal Comune ed installate venerdì scorso nella striscia di terreno tra il Cimitero e la Lagnasco Frutta.
Vi hanno lavorato alcuni volontari, reperiti tra Protezione Civile e Gruppo Alpini, che hanno anche provveduto a realizzare una copertura provvisoria sotto cui sono stati dislocati tavoli, panche, un lavandino, una cucina a gas ed anche un vecchio televisore. All’interno delle tende, i materassi sono stati reperiti un po’ ovunque, in attesa di trovare delle reti per sollevarli da terra. La zona è stata inghiaiata, dotata d'illuminazione e scarichi dell’acqua: in settimana sarà installato un container con i servizi e le docce. Per ora i 20 ospiti utilizzano il WC pubblico di piazza Sacchetto (che a turno si sono impegnati a pulire), mentre per la doccia il sindaco Testa ha messo a disposizione quelle della propria azienda.
Le regole di comportamento all’interno del “campo” (uguali a quelle di tutti gli altri Comuni) sono state illustrate agli ospiti nel tardo pomeriggio di venerdì in una riunione operativa sotto la pensilina provvisoria: presente il sindaco Ernesto Testa, l’assessore all’agricoltura Ivo Migliore, il consigliere incaricato di seguire l’emergenza Roberto Costamagna, il vigile Marco Rinaudo e rappresentanti delle forze dell’ordine. Un discorso in italiano e francese, la lingua parlata dalla maggioranza dei 20 giovani migranti provenienti da sette diversi Paesi dell’Africa centrale: Liberia, Costa d’Avorio, Mali, Guinea, Senegal, Burkina Faso e Sudan. Anche il regolamento del campo, firmato da ognuno degli ospiti, è stato redatto nelle due lingue: gli ospiti hanno nominato un proprio referente, si sono impegnati a tenere in ordine il campo e la piazza adiacente, ogni giorno quattro persone non impegnate in altri lavori saranno disponibili a turno per aiutare il cantoniere comunale.
Saranno autonomi per i pasti: il Comune si farà carico di fornire 4 chili di pane il giorno per una settimana, un sacco di riso e della pasta; alcuni lagnaschesi hanno offerto altri generi alimentari e di consumo. Il campo sarà autogestito, sotto l’occhio attento dell’amministrazione comunale e delle Forze dell’Ordine; la mancata osservanza del regolamento comporterà l’esclusione dalla rete di ospitalità.
Una situazione provvisoria, che mira a dare sistemazione a persone che ormai si sono abituate a fare i pendolari del lavoro stagionale: la maggior parte di loro ha la residenza in Italia ed un permesso di soggiorno pluriennale, in tasca anche cellulari di ultima generazione; si adattano a dormire in tenda in cerca di lavori che, dicono, “gli italiani non vogliono più fare”.
Lavoratori “a chiamata” per i giorni di punta della raccolta frutticola, di cui forse quest’anno non ci sarà neppure necessità, perché le aziende, con il calo produttivo dovuto al gelo dell’inverno scorso, se la caveranno probabilmente con i propri braccianti, anche stranieri che giungono appositamente in Italia dalla Polonia o dall’Albania, ma in modo organizzato. oscar fiore