Piemonte ortofrutticolo ancora protagonista a Fruit Logistica di Berlino (5 - 7 febbraio) - Commenti positivi sui Fondi del piano di Sviluppo Rurale

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Data:

martedì, 04 febbraio 2014

Fruit Logistica

Descrizione

Il Piemonte ortofrutticolo sarà nuovamente protagonista in modo unitario alla 22ma edizione di Fruit Logistica, la rassegna internazionale di riferimento per l’intera filiera di frutta e ortaggi, in programma dal 5 al 7 febbraio prossimi a Berlino. Sotto il brand “Made in Piemonte”, saranno una ventina le aziende, tra le più rappresentative del territorio regionale, che animeranno un’area di oltre 200 metri quadrati, realizzata grazie al sostegno dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, unitamente al FEASR-Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, con il coordinamento organizzativo di Assortofrutta e la collaborazione di Fedagri-Confcooperative Piemonte e Cuneo.

Sarà un’ambientazione dalla trama elegante, quasi teatrale, giocata sul contrasto tra l’effetto del bianco e nero, utilizzato come motivo d’arredo, e le ormai tradizionali vette alpine, con la vista prospettica del Monviso, che faranno da cornice all’intera area espositiva.

Visibilità esclusiva sarà riservata alla Mela Rossa Cuneo, nella sua prima uscita internazionale ufficialmente griffata dell’IGP; il trionfo della “diva rossa” di Cuneo, oltre a portare luce tra le sagome che delimiteranno gli spazi delle varie imprese, evidenzierà quelle aziende già in possesso della certificazione sulla produzione.

Nell’arco della tre giorni berlinese, il “Made in Piemonte” sarà arricchito dalle degustazioni preparate dall’Istituto Alberghiero di Dronero; la nuova linea sottovetro di Cascina Valledoglio di Neive, interamente dedicata a prodotti a base di frutta e verdure piemontesi, oltre alla rassegna più rappresentativa dell’agroalimentare cooperativo piemontese, con salumi, formaggi e dolci tradizionali, vini doc e docg. L’edizione 2014 festeggerà inoltre un inedito gemellaggio tra la Mela Rossa Cuneo IGP e il Prosciutto Crudo Cuneo DOP offerto dalla Carni Dock di Lagnasco.

Nello spazio piemontese (stand B-01 e B-02), saranno presenti le seguenti aziende: oltre ad Assortofrutta e le quattro OP associate (Asprofrut, Lagnasco Group, Ortofruit Italia e Albifrutta), Eden Fruit, Cooperativa Ponso ed RK Growers di Saluzzo, Rivoira, Kiwi Uno e Cooperativa Jolly di Verzuolo, Sanifrutta Aurum Fruit di Costigliole, VM Marketing Vanzetti Fruit di Savigliano, Sepo di Revello, F.lli Castellino di Villanova Mondovì e AsProPat di Castelnuovo Scrivia.

E mentre si prepara la trasferta tedesca, già si lavora all’evento italiano che esprimerà la rivoluzione culturale della green-economy: «Se Berlino rappresenta un appuntamento quasi istituzionale con il mercato ortofrutticolo mondiale – commenta il presidente di Assortofrutta, Domenico Sacchetto – guardiamo ad Expo 2015 come all’evento riscatto verso gli altri Paesi della Comunità Europea, grazie al quale ci aspettiamo di rilanciare l’identità produttiva del nostro territorio per rinnovare il modello agricolo legato al Made in Italy. Tutto ciò sarà possibile solo se la Regione saprà concretizzare una regia e un adeguato sostegno economico a questa sfida di competitività e visibilità internazionale per l’agricoltura locale in un contesto sempre più globale».

FONDI PSR

La Conferenza Stato-Regioni, lo scorso giovedì 16 gennaio, ha raggiunto l’accordo per la ripartizione dei fondi per lo sviluppo rurale: 20,8 miliardi di spesa pubblica complessiva per il periodo 2014-2020, con un aumento rispetto al precedente periodo delle somme complessive (comunitarie e nazionali) programmabili dalle Regioni per i rispettivi PSR, i Programmi di Sviluppo Rurale. Al tavolo anche l’assessore regionale all’agricoltura, il cuneese Claudio Sacchetto. Il Piemonte avrà una dotazione di 1 miliardo e 93milioni di euro (471 mila euro di provenienza europea, con un cofinanziamento nazionale di 435 mila e regionale di 187 mila), oltre il 10% in più di risorse rispetto alla programmazione 2007-2013.

Positivi i commenti delle organizzazioni sindacali all’accordo sui fondi del prossimo PSR, ma dal mondo agricolo viene ora l’invito ad avviare la fase programmatica snellendo la burocrazia.

«Diamo atto alla Regione Piemonte di aver saputo aumentare gli investimenti nel settore agroalimentare e per il territorio rurale in un momento di grandi necessità per l’economia delle imprese che producono e trasformano i prodotti agricoli – commentano Roberto Cabiale e Bruno Rivarossa, vicepresidente e direttore di Coldiretti Piemonte - le difficoltà e le complicazioni nell’erogazione degli aiuti agli investimenti non mancano a causa di un sistema burocratico complicato, molto complesso e dalle lunghe tempistiche per le molte fasi istruttorie e la notevole documentazione che l’impresa deve produrre. La notizia è sicuramente positiva e deve sollecitare un inevitabile snellimento della burocrazia, per consentire una rapida ed efficace erogazione dei fondi alle imprese agricole. Diamo atto alla Regione, ed in particolare all’Assessore regionale all’agricoltura con i suoi funzionari, di aver ottenuto un risultato importante per l’agricoltura piemontese e per l’economia dell’indotto generato dall’agricoltura a monte e a valle».

«Dopo questo importante risultato occorre passare alla fase di predisposizione del Piano di Sviluppo Rurale – aggiunge il vicedirettore regionale di Coldiretti, Marco Girò - che dovrà destinare prioritariamente le risorse agli agricoltori professionali». «Un accordo positivo – è quanto riportato in un comunicato da Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative del settore agroalimentare – ora è necessario passare dalla ragioneria finanziaria alla politica strategica e avviare una programmazione che favorisca la competitività delle imprese agricole e agroalimentari, privilegiando quelle che garantiscono occupazione e che si aggregano. Rispetto al passato, l’attenzione non deve essere rivolta solo alla capacità di spesa per evitare il rischio del disimpegno automatico, ma alla qualità e all’efficacia della spesa stessa. Occorre avere una visione di insieme condivisa e una forte progettualità, oltre all’impegno sostanziale per la semplificazione burocratica».

INTERVISTA ALL'ASSESSORE REGIONALE CLAUDIO SACCHETTO

Assessore Sacchett soddisfatto per l’obiettivo raggiunto? «L’intesa tra Ministero e Regioni alla quale si è arrivati ci trova soddisfatti, il percorso intrapreso ha portato al risultato auspicato. A seguito del riparto concordato, il Piemonte avrà una dotazione per il nuovo PSR di 1 miliardo e 93 milioni di euro, oltre il 10% in più di risorse rispetto ai 974 milioni dei precedenti sette anni di programmazione. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, specie dal punto di vista economico, è degno di nota un accordo che ha permesso alla nostra Regione non solo di non diminuire il budget precedente, ma addirittura di incrementare di ulteriori 119 milioni la disponibilità finanziaria».

Le imprese agricole piemontesi hanno ancora voglia d’investire in annate così complesse e con un futuro incerto? «Sono misure che hanno potenzialmente consistenti e positive ricadute sul sistema produttivo dell’agricoltura piemontese. Il periodo è difficile, ma si tratta di importanti risorse a disposizione delle imprese proprio per rendere il futuro meno incerto. Vanno inoltre valutati positivamente gli oltre 2,2 miliardi di euro inerenti le misure previste dai Programmi nazionali, tra cui 1,6 miliardi di euro per i piani di gestione del rischio necessari a finanziare il sistema assicurativo agricolo, 200 milioni destinati alla biodiversità animale utili a sostenere i controlli funzionali delle Apa e, infine, 300 milioni per il piano irriguo. Prevale su tutto la grande soddisfazione per un’intesa che riserva maggiori risorse rispetto al passato da destinare agli agricoltori piemontesi».

Quali sono ora i tempi per l’emissione dei bandi da parte della Regione, in questa fase politicamente delicata? «Era fondamentale chiudere l’accordo ed evitare il diluirsi di ulteriore tempo prezioso; a partire da questo momento gli uffici regionali potranno dedicarsi alla delicata fase di programmazione dalla quale dipende l’avvenire del nostro comparto rurale».

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