Uno stand collettivo per presentare le eccellenze gastronomiche del Piemonte: nelle scorse settimane al Cibus di Parma, su iniziativa di Assopiemonte e con il supporto dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione, erano rappresentati tutti i prodotti che possono fregiarsi dei riconoscimenti comunitari DOP e IGP.
Tra gli altri: Castelmagno DOP, carne della razza bovina piemontese, Gorgonzola DOP, Raschera DOP, Prosciutto Crudo di Cuneo DOP, Bra DOP, Robiola di Roccaverano DOP, Murazzano DOP, Riso di Baraggia DOP, Nocciola Piemonte IGP e Toma Piemontese DOP.
Uno spazio di tutto rispetto è stato riservato alla Mela Rossa Cuneo IGP, con il presidente del Consorzio di Valorizzazione Domenico Sacchetto che, nell’apposita area incontri, ha effettuato l’intervento "La Mela Rossa Cune la nuova IGP del Piemonte".
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Un nuovo soggetto industriale per la trasformazione della frutta dell’area del saluzzese, in grado di lasciare in Granda quel valore aggiunto che oggi va ad altre regioni italiane.
Ad oltre un decennio dalla chiusura della Allione di Tarantasca e due anni dopo la nascita di SIA, la società privata Sviluppo Investimenti Agroindustriali, il progetto industriale sembra ormai imminente, grazie alla collaborazione con l’AGM Project Consulting di Milano e l’Officina Alimentare, studio professionale padovano, forti di uno studio realizzato in collaborazione con l’Università di Torino e finanziato dalla Regione Piemonte, che certifica quanto l’assenza di una filiera corta per la trasformazione della frutta sia un problema, o una mancata opportunità, per il settore.
Questo almeno quanto illustrato venerdì scorso nel corso di una partecipata conferenza stampa svoltasi a Savigliano ed organizzata da SIA e dal suo presidente Luciano Floriano. La location sarebbe sulla statale 662, nella nuova area industriale nei pressi della Saint Gobain, il cui terreno è già stato opzionato dalla SIA nel 2012, con tale opzione rinnovata pochi mesi fa.
Il progetto è ambizioso proporre ai mercati nazionali e internazionali un brand che identifichi il territorio, magari frutto di un concorso di idee, quindi la realizzazione di un complesso industriale dedicato alla trasformazione primaria della frutta: prodotti semilavorati da destinare all’industria e prodotti finiti da distribuire sul mercato retail.
«Un complesso in grado di intercettare parte di quei 26 milioni di chili di frutta da industria che ogni anno vengono trasferiti dal cuneese al Trentino o all’Emilia, portando lì il valore aggiunto – ha sottolineato Luciano Floriano – solo i 6 centesimi di costo di trasporto, significano milioni di euro di valore aggiunto che potranno rimanere sul territorio». Il progetto si chiama “FruttinNova” e l’obiettivo è quello di iniziare a concretizzarlo nel 2015 e giungere a regime entro sei anni, quando sarà in grado di generare un fatturato annuo di 50 milioni di euro ed impiegare almeno 55 addetti.
Dallo studio di fattibilità, il comparto della frutta trasformata, con i suoi prodotti, dai frullati ai succhi con il 100% di frutta, è in forte crescita in Europa e solo nella sua fase iniziale in Italia, dove ci sarebbe quindi spazio per una nuova realtà industriale che possa inoltre dare valore aggiunto alla frutta del saluzzese.
«Un progetto così naturale in questo areale - ha detto Claudio Aruta di AGM – che viene spontaneo domandarsi perché non esista». Servirà ora trovare almeno 15 milioni di euro da investitori che credano nel progetto (anche se i promotori sostengono di avere già ottenuto ampio interesse) per far si che una conferenza stampa in piena campagna elettorale, non rimanga uno studio di fattibilità, ma possa diventare una vera opportunità per l’intero territorio cuneese.
oscar fiore