LAGNASCO – “L’Europa che verrà: i Tapparelli tra Regno d’Italia e corti europee”: è questo il titolo scelto per la mostra dedicata principalmente a Emanuele Tapparelli, a 200 anni dalla sua nascita, ma anche allo zio Massimo d’Azeglio, nel 150° della morte, che è stata inaugurata venerdì 29 luglio presso i “loro” Castelli.
Alcuni pannelli espositivi ospitati nel Salone degli Scudi ripercorrono momenti delle vite ed opere dei due grandi statisti, con documenti inediti e lettere originali, ma anche curiosità più frivole, come una caricatura del Marchese pubblicata su Vanity Fair nel 1874 di cui è stata recuperata, per l’occasione, l’originale. Un modo per conoscere meglio la figura dell’ultimo discendente del nobile casato, il Sen. Vittorio Emanuele Tapparelli d’Azeglio che acquistò e donò Casa Cavassa al comune di Saluzzo per farne un museo e lasciò tutti i propri beni alla costituenda Opera Pia Tapparelli.
Iniziò la sua carriera diplomatica nel 1838, prima a Monaco, Vienna e l’Aja, quindi Bruxelles, Pietroburgo e Parigi, prima di diventare ministro plenipotenziario, rappresentando per circa un ventennio a Londra il nostro Paese, nella delicata fase conclusiva del processo di unificazione della penisola italiana e di completamento dell'unità nazionale nel nuovo Regno d’Italia.
Alcuni documenti che saranno esposti alla mostra ripercorrono quindi colloqui e scambi epistolari tra gli statisti di quei tempi, restituendo uno spaccato storico di assoluto rilievo.
Emanuele Taparelli, che spesso era soprannominato “minimo” in simpatica antitesi allo zio Massimo, nel 1871 fu quindi nominato Senatore del Regno d’Italia appena chiese di essere collocato a riposo dalla sua carriera diplomatica e si dedicò alle sue passioni per l’arte e per la filantropia; due aspetti che, a 200 anni dalla sua nascita, è facile ritrovare in ciò che ha lasciato ai posteri.
Sarà possibile visitare l’esposizione fino a novembre, alla conclusione della stagione di visite; non avrà un costo aggiuntivo, ma sarà compresa nel normale percorso di visita.
L’iniziativa, organizzata dal Comune, è stata curata da Fabrizio Invernizzi: «Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alle ricerche ed alla logistica – commenta – in particolare l’Opera Pia Tapparelli, Filippo Marenco De Rossi di Santarosa, i dipendenti comunali ed i membri dell’associazione Ur/ca».
Per ricordare appieno la ricorrenza di quel 17 settembre 1816 in cui venne alla luce il Marchese Emanuele, proprio in concomitanza con il 200° anniversario, i Castelli ospiteranno inoltre (il 17 ed il 18 settembre) due serate di musica classica. oscar fiore